Il microbioma della pelle: cos’è e a cosa serve

Anche la pelle, come lintestino, è popolata da numerosi microorganismi commensali tra cui batteri, virus, funghi e protozoi che non sono solo causa di possibili patologie, ma costituiscono un ecosistema che si è evoluto con luomo in milioni di anni di evoluzione. Linsieme di questi microorganismi viene chiamato microbiota cutaneo o dermobiota. Il microbioma è linsieme dei geni di tutti i microorganismi che popolano lorganismo e in particolare la pelle.

Il termine microbioma risale al 2001 quando un microbiologo americano, Joshua Lederberg, comincia a studiare il materiale genetico di questi microorganismi e ne svela il ruolo protettivo nei confronti della salute umana, anche della pelle. A oggi i lavori scientifici pubblicati sull’argomento sono migliaia e la ricerca non si ferma.

Dello stato dell’arte, ma anche delle future frontiere, parlerà al prossimo congresso DERMOCOSM, in programma a Milano dal 28 al 30 settembre, il dottor Marco Pignatti, specialista in Dermatologia e responsabile dell’Ambulatorio di Dermobiotica (lo studio dei rapporti tra pelle, intestino e microbiota) presso l’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano.

Dottor Pignatti, come si forma il microbioma della pelle?

Con il parto, batteri provenienti dalla madre e dallesterno colonizzano la barriera cutanea distribuendosi in modo sparso, e variabile, tra zone sebacee, umide e secche in base alle proprie esigenze di sopravvivenza. A influenzare tale variabilità sono prevalentemente le caratteristiche fisico-chimiche (umidità, temperatura, pH), ma anche la diversa espressione di peptidi antimicrobici (AMP) e il contenuto di sudore e lipidi di ogni nicchia cutanea.

Che funzioni svolge il microbioma della pelle?

Tra le funzioni cutanee principali c’è quella di partecipare alla costituzione della barriera cutanea e di contrastare la colonizzazione da parte dei patogeni. Ma si stanno attribuendo al microbiota della pelle anche importanti funzioni metaboliche (produzione/trasformazione di sostanze nutritive, produzione di vitamine) e funzioni di stimolazione e regolazione del sistema immunitario.

Come agisce il microbioma della pelle?

I principali meccanismi con cui il microbiota sano” contrasta la colonizzazione da parte dei patogeni a livello della cute e delle mucose sono: concorrenza per recettori e sostanze nutritive, modulazione del pH, produzione di sostanze antimicrobiche (acidi organici, perossido di idrogeno, batteriocine), coaggregazione con i patogeni (i lattobacilli aderiscono alla C. albicans), che determina il blocco di particolari molecole chiamate adesine, e maggior efficacia dei composti antimicrobici.

Che problemi può dare un eventuale disequilibrio nel microbioma della pelle?

La composizione del microbiota cutaneo dipende da fattori interni ed esterni e differisce in maniera peculiare dalla flora degli altri organi. Il sistema immunitario epiteliale influenza il microbiota, ma a sua volta ne è influenzato. Alcune delle patologie dermatologiche che abbiamo per anni considerato infettive” vanno riviste nellottica di disequilibrio tra specie commensali (disbiosi cutanea) e il loro trattamento nella direzione di ripristinare questo equilibrio. Tra queste, per esempio, acne, forfora, dermatite seborroica, pitiriasi versicolor e rosacea. Ma anche malattie infiammatorie croniche come dermatite atopica e psoriasi sono sempre più spesso collegate a uno squilibrio del microbiota cutaneo.

Qual è il legame tra queste patologie e il microbioma della pelle?

Analizzando le varie patologie cutanee, si è scoperto che quando uno specifico ceppo microbico diventa prevalente sugli altri e comincia a proliferare, si scatena la malattia. Nel caso della dermatite atopica, a proliferare è lo Staphylococcus aureus, nellacne il Propionibacterium acnes, nella rosacea il Demodex folliculorum, nella dermatite seborroica la Malassezia, e così via. In chi è affetto da questi disordini cutanei, la composizione del microbiota risulta diversa nelle aree soggette a lesioni rispetto alle zone di pelle sana.

Cosa manda “in tilt” questo prezioso equilibrio scatenando la malattia?

Il microbioma della pelle è dotato di notevole plasticità in tutte le epoche della vita e in rapporto a sede, fattori interni (ormonali, metabolici) ed esterni (igiene, indumenti, trattamenti topici, esposizione ai raggi ultravioletti o a sostanze specifiche). Le principali cause della disbiosi cutanea sono la scarsa igiene, ma anche leccesso (abuso di detergenti e/o sostanze microbicide), leccessiva esposizione ai raggi ultravioletti senza l’adeguata protezione, i disturbi endocrino-metabolici (ormoni tiroidei, ormoni sessuali, sindrome metabolica), lo stress e la disbiosi intestinale.

Cosa possiamo fare per mantenere il più possibile in equilibrio il microbioma della pelle?

Per mantenere un dermobiota sano occorre seguire le normali regole di una sana alimentazione, adottare unesposizione al sole non eccessiva, una detersione efficace ma delicata e rispettosa dei microorganismi non dannosi ed evitare di utilizzare antibiotici sia topici che sistemici quando non strettamente necessari e prescritti dal medico.

In quale direzione si sta muovendo la ricerca sul microbioma della pelle?

La moderna dermocosmesi dovrà tener conto anche degli effetti sul microbiota, ogni volta che si occupa della regolazione della produzione del sebo e della modulazione del microambiente di superficie (pH, umidità), e prevedere trattamenti in grado di ricreare leubiosi cutanea favorendo lequilibrio tra le principali specie commensali. In questa direzione si stanno studiando, e iniziano a essere disponibili per i dermatologi che si interessano di dermobiotica, prodotti contenenti pre- pro- o postbiotici. Una frontiera della terapia della disbiosi cutanea, per ora di interesse solo per la ricerca, è quella del trapianto di microbiota cutaneo e sono già state approvate procedure specifiche per verificarne lefficacia.