La menopausa del capello è un fenomeno nuovo, da poco scoperto dai ricercatori. Si parlerà anche di questo a DERMOCOSM, durante la sessione dedicata ai capelli e agli annessi cutanei. A farlo sarà il professor Fabio Rinaldi, specialista in dermatologia e venereologia, con oltre trent’anni di esperienza in campo tricologico, nello specifico nel contrasto di patologie da caduta di capelli. Durante il congresso il professor Rinaldi presiederà la sessione dal titolo “Le reali possibilità della terapia tricologica: terapie consuete e innovative”.
Una nuova spiegazione alla caduta femminile
«Ormai da tempo in molti campi della medicina, in particolare quella oncologica, si impiega una strategia, definita medicina di precisione, che si basa sul presupposto che scoprire alcune caratteristiche genetiche e personali permette di individuare la terapia più utile per un determinato soggetto» commenta l’esperto. «Quanto detto sopra per la medicina vale anche per la tricologia, ambito nel quale indagare particolari caratteristiche del soggetto permette di differenziare le strategie di intervento nel caso di problematiche come il diradamento e la caduta» commenta il professor Rinaldi. «E a testimonianza di questo possiamo portare una delle più recenti scoperte della scienza tricologica che verte attorno a un fenomeno mai osservato prima d’ora: la menopausa del capello. O meglio dovremmo dire del follicolo, un meccanismo complesso che solo di recente è finito sotto la lente dei ricercatori e che, una volta individuato e conosciuto, può essere determinante per stilare un efficace piano di cura».
Una perdita di funzionalità che porta alla caduta
Ma occorre procedere per ordine per capire come si è arrivati alla comprensione del fenomeno in questione. «A spronarci alla ricerca sono stati alcuni casi di pazienti che presentavano un quadro di indebolimento e caduta tipico della fase della menopausa» commenta il professor Rinaldi. «Eppure, i dati oggettivi a livello ormonale dimostravano che nessuna delle donne interessate dal problema si trovava in menopausa o in pre-menopausa».
Da qui è sorta la necessità di un’indagine più approfondita. «Grazie a strumentazioni all’avanguardia e sofisticate metodiche di analisi di cui oggi la tricologia dispone, è stato possibile dimostrare che nella condizione di menopausa si trovavano non le donne bensì i loro follicoli piliferi. È stato quindi portato alla luce un fenomeno fino ad oggi sconosciuto rappresentato dal fatto che il follicolo pilifero può vivere una “propria” menopausa indipendentemente dal fatto che la donna si trovi in fase di menopausa effettiva.
Il follicolo, per ragioni che sono attualmente oggetto di studio, non è più in grado di gestire i recettori degli estrogeni: perde in sostanza di funzionalità e questo comporta una caduta di capelli che in genere è irreversibile e porta come conseguenza a un diradamento più o meno significativo della capigliatura.
In presenza di un mal funzionamento dei recettori degli estrogeni presenti nei follicoli piliferi l’utilizzo di ormoni per frenare la caduta non porta a nessun miglioramento. E’ proprio questo fattore ad aver sollecitato i ricercatori portando a scoprire quella che si è voluta definire “menopausa del follicolo” perché risulti comprensibile anche a un pubblico di non addetti ai lavori».
Capello in menopausa: dalla diagnosi alla cura
Torna quindi il tema, basilare in medicina e quindi anche in tricologia, dell’importanza di una diagnosi corretta. «Perché solo conoscendo con chiarezza il problema che si ha di fronte è possibile scegliere le terapie, e la tricologia oggi ne ha a disposizione un ventaglio completo con grandi plus di efficacia e sicurezza, che permettano di raggiungere il risultato desiderato» commenta l’esperto.
«Oggi quindi, verificando attraverso una serie di esami ormonali che una donna non è in menopausa e neppure in premenopausa, si può ipotizzare che lo siano i suoi follicoli. Un’ipotesi poi da validare con opportuni controlli per procedere nel modo più opportuno nel piano di cure. Abbiamo verificato infatti che in genere la condizione di mal funzionalità dei recettori ormonali torna alla normalità nel momento in cui la donna effettivamente entra nella fase della menopausa».
«Compito del professionista è quindi quello di fare in modo che i capelli passino indenni questa fase di passaggio traghettandoli per così dire sani e salvi fino alla menopausa. Questo è possibile ovviamente grazie a una serie di molecole per uso interno e topico che il professionista ha a disposizione per allungarne il ciclo di vita e mantenere alto il livello di vitalità così che possano giungere senza eccessive ripercussioni al momento in cui la donna entra effettivamente in menopausa.
Naturalmente non si può pensare che si avrà un cambiamento radicale nella condizione della capigliatura che vive, per sua stessa natura, una situazione di fragilità, ma sarà comunque stato bloccato l’evento più temuto e temibile che è la perdita di densità e il diradamento della chioma».