La pelle nei pazienti oncologici: come curarla

Elisabetta FulgioneÈ un argomento di cui non si parla spesso, ma è un capitolo molto importante nel percorso di chi ha una malattia tumorale. La pelle a causa delle terapie che a cui si sottopongono i pazienti oncologici, subisce effetti collaterali spesso pesanti che richiedono, a loro volta, cure adeguate. Ne palerà a DERMOCOSM la dermatologa Elisabetta Fulgione,  dell’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”, Napoli. A lei abbiamo rivolto qualche domanda sull’argomento.

Quali sono le problematiche cutanee più frequenti che si riscontrano nei pazienti oncologici?

Durante il percorso oncologico, che può prevedere diversi tipi di terapia  chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia), i pazienti possono trovarsi frequentemente ad affrontare alcuni effetti collaterali dovuti a queste cure, che colpiscono principalmente la cute oltre a capelli ed unghie: cicatrici, xerosi, prurito ed alterazioni degli annessi non rappresentano solo fastidi o problemi “estetici” ma sono spesso condizioni invalidanti.

In alcuni casi possono raggiungere una gravità clinica tale da incidere sui protocolli terapeutici con riduzione o sospensione della terapia oncologica influenzando negativamente la prognosi di malattia. Lo specialista è sempre più chiamato a gestire le tossicità cutanee da farmaci già noti come chemioterapici classici e radioterapia e ad affrontare nuove sfide provenienti da quadri associati alla somministrazione di nuove terapie come i farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoterapia.

Come agiscono i farmaci antitumorali sulla pelle?

I farmaci utilizzati in chemioterapia non hanno selettività sulle cellule neoplastiche e le colpiscono soprattutto in fase di riproduzione, creando notevoli danni specialmente alle cellule con veloce turnover (alta proliferazione) come quelle della cute , dei capelli e degli annessi: xerosi e desquamazioni cutanee, fissurazioni, ulcerazioni, prurito, rash, perdita dei capelli, alterazioni ungueali sono tra le più frequenti.  In alcuni casi possono insorgere anche effetti collaterali più gravi come manifestazioni bollose, fotoreazioni, reazioni da stravaso e effetti collaterali a carico delle mucose come stomatiti, proctiti e vulvovaginiti.

Il trattamento con EGFR (Inibitori dell’Epidermal Grow Factor Receptor) può provocare tossicità cutanea. Gli effetti collaterali più comuni sono rappresentati da eruzioni papulo-pustolose o acneiformi e xerosi cutanea ma in alcuni casi è possibile osservare la comparsa di anomalie nella crescita dei capelli, eruzioni maculo-papulari, mucositi (infezioni del cavo orale) e iperpigmentazioni post- infiammatorie.
Gli effetti collaterali da immunoterapia più frequenti sono: prurito, reazioni da stravaso, rash maculo-papuloso, vitiligine, depigmentazione dei peli e dei capelli  (più rara).

Anche la radioterapia può provocare la comparsa di danni a livello della cute con comparsa di fenomeni di atrofia, teleangectasie fino a vere e proprie ulcerazioni (radiodermiti) che compiono nelle aree sottoposte a trattamento: anche in questo caso la gestione della cute è fondamentale per evitare insorgenza di effetti collaterali e l’eventuale sospensione della terapia.

È possibile conciliare terapie cutanee con le terapie oncologiche?

Non solo è possibile ma è fondamentale gestire la cute dei pazienti oncologici in un momento particolare della loro vita: oltre alle terapie farmacologiche che, nei casi di effetti collaterali più “gravi” (manifestazioni bollose , papulo-pustolose, eritematose etc.) devono essere impostate dallo specialista, è fondamentale consigliare al paziente una detersione adeguata e delicata e l’applicazione di dermocosmetici funzionali che consentano di mantenere in equilibrio la barriera cutanea e di mantenere la giusta idratazione sia del viso che del corpo.

Le richieste maggiori del paziente sono legate sia agli esiti di interventi chirurgici (cicatrici post- intervento) che alle modifiche che subisce la cute in corso di terapie oncologiche: cambiare la routine cosmetologica è uno dei gesti più importanti da adottare durante le terapie oncologiche per mantenere in buono stato la barriera cutanea e permettere alla nostra pelle di svolgere la sua azione di difesa riducendo la comparsa di segni di disagio come prurito e xerosi ed effetti collaterali gravi.

Quali prodotti sono più indicati per la pelle dei pazienti oncologici?

Dal primo momento in cui i pazienti oncologici sono presi in cura, è di primaria importanza, spiegare loro gli obiettivi e i principali effetti secondari dei trattamenti e costruire un percorso di cura della cute che consentirà al paziente di prendersi cura di sé quotidianamente facendo le scelte più giuste.

Durante le terapie oncologiche il paziente dovrà sostituire, infatti, i prodotti abitualmente utilizzati con prodotti più idonei e mirati. Sarà opportuno, in questa fase, ad esempio, evitare prodotti contenenti sostanze “potenzialmente” irritanti come ad esempio gli alfa e beta idrossiacidi, i fitoestrogeni (luppolo, genisteina, soya etc), profumi di sintesi e nanomateriali.

Per la detersione del viso e del corpo andrebbero esclusi i prodotti schiumogeni e preferiti latte, oli e creme detergenti arricchiti di sostanze lenitive e restitutive quali, ad esempio, il pantenolo, burro di Karitè , olio di jojoba per poter ottenere una “pulizia” per affinità e non per contrasto. I tensioattivi non-anionici (coco-glucoside, Lauryl glucoside) e anfoteri (cocamidopropyl betaine) sono molto più delicati e da preferire ai tensioattivi anionici.

Dopo le cure anti-tumorali la pelle può continuare ad avere delle conseguenze?  Se sì di che tipo e come affrontarle?

Prima, durante e dopo i trattamenti oncologici è fondamentale una terapia di supporto dermo-cosmetologico che aiuti al ripristino dell’integrità della cute, delle mucose e degli annessi.

I segni cutanei che possono residuare maggiormente in seguito a terapia antitumorale, infatti, sono xerosi, aumentata fotosensibilità, oltre a modifiche dell’elasticità cutanea. Il paziente che ha terminato il trattamento radioterapico o chemioterapico può trovarsi, nel breve periodo, anche davanti a fenomeni di tossicità cronica o ad episodi di radiation recall mentre a mesi ed ad anni di distanza le manifestazioni cliniche più frequenti sono date da iperpigmentazioni, teleangectasie e fibrosi che possono essere trattate da medici esperti mediante terapie dermatologiche e medicoestetiche.

Un corretto management dermatologico prevede un’attenta valutazione delle condizioni paziente, per essere pronti a prescrivere le migliori soluzioni a supporto dell’equilibrio psico-fisico e facilitare percorso in uscita dalla terapia.