Si parlerà anche di nutraceutici e nuove frontiere durante il congresso DERMOCOSM. Perché la salute e la bellezza della pelle non possono prescindere dal corretto nutrimento che proviene dall’interno. «Siamo abituati ad associare all’idea di cura della pelle la sola applicazione esterna di sostanze cosmetiche.
Inoltre, l’integrazione alimentare, quando contemplata, riguarda esclusivamente l’assunzione di vitamine ad azione antiossidante, principalmente il trio A, C ed E», spiega Arrigo Cicero, professore associato in Scienze dietetiche tecniche applicate all’Università di Bologna e presidente della Società italiana di nutraceutica (SINut). «Le evidenze scientifiche più recenti, tuttavia, stanno aprendo gli orizzonti della nutraceutica ad altre molecole, vitaminiche e non, capaci di influire positivamente sul benessere della pelle».
Acqua, innanzitutto
Il primo elemento da assumere internamente per mantenere la pelle in salute è l’acqua. «Bere resta la strategia più efficace per ripristinare, e mantenere, un adeguato livello di idratazione cutanea», prosegue Cicero. L’acqua è risultata uno dei principali fattori protettivi dell’invecchiamento cutaneo e della visibilità delle rughe in uno studio pubblicato nel 2015 su Clinical, Cosmetic and Investigational Dermatology, che ha messo in relazione il danno all’epitelio dovuto ai raggi solari. Si è visto inoltre che le persone che seguono una dieta ricca di liquidi ma anche di verdura e frutta (fresca o in guscio, come noci o mandorle), alimenti composti per l’80-90% da acqua, riscontrano un minor numero di danni alla pelle.
I nutraceutici: cosa sono e quando usarli
Esistono poi sostanze specifiche che possono essere integrate nella dieta per potenziare l’azione naturalmente protettiva degli alimenti. «I nutraceutici, a differenza degli integratori che hanno il compito di sopperire a una carenza accertata, identificano le sostanze bioattive di origine naturale, concentrate, purificate e standardizzate in forma farmaceutica (compresse, capsule, polveri) che hanno un effetto positivo sulla salute umana», spiega lo specialista.
«L’ambito di applicazione principale dei nutraceutici è l’antiage, ma ce ne sono anche altri, per esempio alcuni sono utili per i deficit di cicatrizzazione. Si utilizzano molto in un’ottica di prevenzione o di gestione di stress cutanei o lesioni allo stadio iniziale, per rallentarne l’evoluzione».
Come rivela una ricerca Kantar, si tratta di un settore in continua crescita: nel 2021 in Italia i nutraceutici hanno sfiorato un fatturato di quasi 4 miliardi di euro, in aumento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. «In questo ambito di ricerca si è scoperto che alcune vitamine, alle quali in passato non venivano attribuiti particolari poteri protettivi nei confronti della cute, sono invece in grado di migliorare notevolmente lo stato di salute della pelle, se integrate nella dieta.
È il caso della vitamina D: se ne è sempre parlato in relazione ai raggi solari, che ne stimolano la produzione da parte della pelle con effetti benefici sulla salute di tutto l’organismo, ma non si era mai indagato, finora, il ruolo benefico per la cute.
Gli attivi più promettenti
Altre ricerche», prosegue Cicero, «si stanno focalizzando su molecole non vitaminiche come i polifenoli, in particolari i flavonoidi del cacao, già ingrediente di molte creme antiage, che stanno dando risultati promettenti anche sotto forma di nutraceutici. Oppure alcuni carotenoidi svincolati dalla vitamina A, come l’astanxantina, un attivo di origine algale, dall’azione antiossidante molto più potente rispetto alla vitamina A, più stabile, oggetto di diversi studi clinici per la sua azione protettiva nei confronti dei raggi solari e di prevenzione delle rughe».
Tra i carotenoidi, l’astaxantina è quello dotato di maggiore biodisponibilità: una volta assorbita dall’organismo, si distribuisce nelle membrane cellulari accumulandosi in fegato, cervello, pelle e proteggendoli dallo stress ossidativo a più livelli. Per questo, attualmente, è considerata dalla scienza uno dei più potenti antietà da assumere per bocca.
Uno studio pubblicato su Marine Drugs ha dimostrato che agisce come uno “spazzino” dei radicali liberi nello strato interno delle membrane cellulari ed è in grado di controllare contemporaneamente l’ossidazione sulla superficie della membrana. Altri lavori hanno evidenziato la sua capacità di modulare numerosi meccanismi biologici a livello cellulare.
L’astaxantina non viene prodotta dall’organismo ma deve essere introdotta con la dieta. La fonte ideale è il salmone selvatico, non disponibile alle nostre latitudini, pertanto è indicata un’integrazione.
Da sola o in associazione ad altri composti come curcumina e resveratrolo (che stimolano le sirtuine, proteine-chiave nel processo di invecchiamento cellulare), può essere utilizzata nella prevenzione delle malattie croniche legate all’invecchiamento. Assunta in vista dell’esposizione solare, riduce la formazione di rughe e macchie e contribuisce a regalare alla pelle un colorito brillante e luminoso.