La capillaroscopia: possibili usi in dermatologia e medicina estetica

La capillaroscopia è un esame che serve a studiare la microcircolazione. Utilizzata come tecnica di imaging in medicina dal 1823, quando Purkinje descrisse i capillari dopo aver osservato il letto ungueale con una lente di ingrandimento. Nel 1911, Lombard osservò il capillari del letto ungueale utilizzando olio e un microscopio. Nel 1973, Maricq e LeRoy hanno riportato i vantaggi di questa tecnica, nonché una serie di dettagli morfologici che sono attualmente noti come modelli capillaroscopici riscontrati nella sclerosi sistemica.

La capillaroscopia viene utilizzata in diversi ambiti, il più noto dei quali è certamente la reumatologia. Dal Lupus eritematoso sistemico, alla sindrome di Sjögren al fenomeno di Raynaud: sono tutte patologie che presentano alterazioni del microcircolo individuabili grazie a questa metodica.

Capillaroscopia: un esame multifunzione

La capillaroscopia, che è molto progredita negli ultimi anni, grazie alla creazione di videocapillaroscopi con ingrandimenti sempre maggiori. La registrazione delle immagini cliniche tramite un software di archiviazione dedicato e la creazione di schede personali del paziente offrono la possibilità di condurre follow-up diagnostici, confronti tra quadri capillaroscopici e teleconsulti fra centri specializzati, necessari alla produzione di diagnosi appropriate per assicurare il costante sviluppo e perfezionamento della scienza di biomicroscopia capillare.

La capillaroscopia non è solo una metodica microscopica di rilievo “statico” dei capillari cutanei superficiali, ma può essere utilizzata in combinazione con tecnologie più sofisticate al fine di effettuare studi fisiologici e farmacologici misurando, ad esempio, la velocità degli eritrociti all’interno dei microvasi, la flussimetria con laser-Doppler, la pressione sanguigna e la permeabilità dei microvasi.

Attraverso la capillaroscopia è possibile potenziare una diagnosi differenziale sul microcircolo per le più comuni patologie reumatiche a differente eziologia tra cui psoriasi ed artrite psoriasica.

Un’ulteriore applicazione di questa metodica consiste nella possibilità di monitorare l’effetto di specifiche terapie verificando la risposta ai farmaci o di trattamenti topici direttamente a livello microvascolare.

Capillaroscopia in dermatologia

Poniamo il caso della psoriasi. Diverse anormalità microvascolari (allungamento del capillare, allargamento e tortuosità) sono tratti distintivi della malattia e rappresentano un criterio diagnostico di patologia. Questi cambiamenti avvengono negli stadi iniziali della formazione della placca psoriasica, prima ancora che si registri un’ evidenza clinica o istologica di iperplasia epidermica.

Il trattamento con laser fornisce in molti casi un indubbio miglioramento clinico che si può verificare con un’indagine sul microcircolo cutaneo prima e dopo il trattamento, tramite videocapillaroscopia.

Sempre in ambito dermatologico, la capillaroscopia può essere impiegata per nella caratterizzazione delle alterazioni dermiche tipiche del lichen planus e anche per effettuare diagnosi differenziale tra nevi e melanomi, Il melanoma maligno è caratterizzato da un arrangiamento “caotico” dei capillari, i quali appaiono dilatati e formano strutture glomerulari o a forma di “cavaturacciolo”. Nella’area cutanea di transizione fra zona cancerosa e sana si nota inoltre iper-vascolarizzazione.

Alcune applicazioni in medicina estetica

Anche nell’ambito della medicina estetica, la videocapillaroscopia può risultare un’indagine particolarmente utile. L’analisi della vascolarizzazione dei tessuti, prima e dopo un trattamento è indicativa della riuscita dello stesso. Dai trattamenti di lipolisi con laser o ultrasuoni la videocapillaroscopia risulta indispensabile per l’individuazione delle alterazioni della microcircolazione presenti nei fenomeni di panniculopatie.

Anche nei casi di alopecia la capillaroscopia si è rivelata utile per definirne l’origine vascolare. Un recente studio cinese ha dimostrato come la presenza di capillari tortuosi, bizzarri e dilatati e la disorganizzazione capillare sono significativamente più frequenti nei pazienti con alopecia androgenetica rispetto ai controlli sani. Questi risultati indicano che le anomalie della microcircolazione possono essere coinvolte nell’alopecia androgenetica e fornire così indicazioni sulla diagnosi e sulla terapia.