Protezione solare: cosa fare in caso di fotodermatosi

La protezione solare è uno dei temi che saranno trattati nel corso di DERMOCOSM. Un argomento che riguarda tutti, a tutte le età, e che presenta continui aggiornamenti. Il sole può rivelarsi un prezioso alleato per la salute della pelle, se preso con le dovute precauzioni, come nel caso della vitiligine. Ma può anche dare origine a reazioni che rendono problematica l’esposizione.

Le fotodermatosi sono reazioni allergiche anomale, dovute ad un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, siano essi di origine naturale (sole) o artificiale (lampade solari). Interessano tra il 10 e il 20% della popolazione mondiale. Le più frequenti in ambito dermatologico sono l’eritema solare e l’orticaria, che insorgono nei soggetti fotosensibili con sintomatologia differente e differente intensità. Ad essere più colpite sono le aree del viso, delle braccia e della parte superiore del petto.

All’origine di queste reazioni cutanee vi è l’esposizione al sole, che costituisce il fattore determinante per l’insorgenza del quadro clinico e può essere direttamente responsabile delle dermatosi (forme dirette), oppure agire in modo indiretto, attraverso l’intervento di sostanze fotosensibilizzanti (forme mediate).

«L’eritema solare, detto anche dermatite polimorfa solare, è il più diffuso, e si manifesta con arrossamento, piccole papule soprattutto nella regione del décolleté accompagnate da prurito a distanza di qualche ora dall’esposizione al sole» evidenzia il dermatologo Andrea Paro Vidolin. «L’orticaria solare invece si caratterizza per veri e propri ponfi localizzati a livello degli arti superiori, anch’essi accompagnati da irritazione». Più rara è la protoporfiria eritropoietica, una patologia cutanea in cui ai pazienti viene sconsigliata l’esposizione al sole, specie nel periodo estivo.

La fotoprotezione nel trattamento delle fotodermatosi

Generalmente le fotodermatosi sono considerate come una condizione di natura benigna, ma se non trattate possono diventare invalidanti, limitando le attività quotidiane delle persone che ne soffrono, specie delle categorie a rischio, come nel caso di pazienti allergici, affetti da patologie sistemiche o da turbe immunologiche, oltre a quelli sottoposti a multi-farmacoterapia o con fototipo chiaro. In tal senso la fotoprotezione viene sempre incoraggiata sia nel prevenire i potenziali rischi connessi ad un’eccessiva esposizione solare sia come metodo di gestione delle patologie cutanee. Essa include la protezione solare e l’uso di indumenti fotoprotettivi (vestiti, cappelli, occhiali da sole ecc.).

«Tutto dipende dal grado della patologia: se sulla cute si sono già manifestati sintomi, in questo caso è necessario evitare l’esposizione al sole, applicare creme antinfiammatorie e assumere antistaminici o cortisonici per via sistemica» precisa Paro Vidolin. «Nei pazienti che sanno di avere questa problematica, soprattutto in estate è fondamentale applicare una protezione molto alta, quindi almeno 50+, ad ogni ora e in quantità abbondante».

Fototerapia: una possibile cura

Alcune fotodermatosi possono essere trattate con la fototerapia: si espone una porzione di derma all’esposizione controllata della luce per desensibilizzare o controllare la sintomatologia. In alternativa o in concomitanza, potrebbe essere prescritta una terapia farmacologica, in genere a base di antistaminici per ridurre il prurito, steroidi per ridurre l’infiammazione e glucocorticoidi per tenere sotto controllo le eruzioni cutanee. Nei soggetti particolarmente sensibili, che potrebbero non essere idonei al trattamento con fototerapia, possono essere somministrati idrossiclorochina, talidomide, betacarotene o nicotinamide, allo scopo di rendere la pelle più resistente all’azione dannosa dei raggi ultravioletti.

L’importanza della prevenzione

Considerato che i danni dovuti ad un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti sono ormai conclamati, il consiglio generale è di adottare in ogni periodo dell’anno alcune precauzioni atte a proteggere la pelle, come ad esempio pianificare attività all’aperto durante le ore più fresche della giornata, applicare ad intervalli regolari di tempo un filtro solare ad ampio spettro e indossare sempre indumenti protettivi.

«Molto importante prima dei mesi di esposizione al sole, quindi durante la primavera, è anche la fotoprotezione sistemica, ovvero l’utilizzo di antiossidanti che aiutano a difendere la pelle dall’interno» conclude il dermatologo. «Per i soggetti affetti da fotodermatosi resta sarebbe buona norma nel periodo autunnale-invernale sottoporsi ai fototest di scatenamento, utili per capire qual è il raggio responsabile della fotodermatosi e agire in maniera mirata con un percorso terapeutico personalizzato in base alla singola condizione».